Il logo è un disegno che parla
Dovrebbe parlare da solo, ma in mezzo alla confusione contemporanea di mille disegni, è difficile che un significato venga condiviso da tutti. Allora, proviamo noi a far parlare questo nostro logo, per potercene affezionare, al di là della simpatia che può più o meno ispirarci.
Il logo presenta due archi di un portico contrapposti come se fossero disegnati dalla visione ingenua di un bambino. Nei due archi la chiave di volta, tratteggiata a forma di cuore, costituisce il corpo di una persona evidenziato dal tondo della testa. La figura che ne deriva appare in atteggiamento ambivalente, come un uomo che chiede aiuto o che allarga le braccia per salutare ed accogliere.
I significati di questa immagine si adattano perfettamente all’idea che si è voluto rappresentare: è la persona che fa l’associazione, sia essa nel bisogno che nella disponibilità a donare. I segni sulle braccia e sul corpo sembrano anche dei tatuaggi e aggiungono una suggestione esotica che induce ad allargare gli orizzonti di fratellanza.
La chiave di volta di ogni arco del portico è l’uomo solidale o, come avrebbe detto Ernesto Balducci, l’uomo planetario, che ha il cuore e la coscienza grande come il mondo.
L’idea del logo
L’idea del logo è di Francesco Gozzo, la realizzazione è del grafico Antonio Tregnaghi di Lucca. Un perfezionamento finale è stato apportato da Lucio Monaro, il grafico de La Press di Fiesso d’Artico (Venezia).